"Woman free", il progetto di Città Solidale per le donne maltrattate

Ha preso avvio il 17 dicembre 2020 il Progetto “WOMEN FREE” finanziato dal Fondo di Beneficenza Intesa San Paolo, gestito da Fondazione Città Solidale Onlus in collaborazione con l’AMMI (Associazione Mogli Medici Italiani Sez. Cz).
L’iniziativa nasce dall’esigenza di fornire una risposta reale ai problemi che le donne maltrattate si trovano ad affrontare durante il loro percorso di fuoriuscita dalla situazione di violenza e di disagio. Le donne che si rivolgono ai Centri Antiviolenza lamentano serie difficoltà a infrangere la situazione di isolamento a causa della mancanza di soldi e lavoro.
Molto spesso, tra l’altro, le stesse sono caratterizzate da bassa scolarizzazione, scarse o nulle esperienze lavorative pregresse, dall’impossibilità di accedere a percorsi facilitati per l’inserimento nel mercato del lavoro, e di conseguente carenza di fonti di reddito se non quella del proprio marito/compagno.
la presente proposta progettuale verte sull’esigenza di fornire una risposta reale ai problemi che le donne maltrattate si trovano ad affrontare, offrendo servizi di prevenzione e screening gratuito con visite senologiche per le donne vittime di violenza, in collaborazione con l’AMMI.
Una significativa quantità di donne vittime di violenza domestica ritorna dal partner violento per le difficoltà economiche che affronta nel percorso di fuoriuscita, perché la violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone.
Inoltre, la pandemia da coronavirus e le misure di restrizione anti – contagio adottate dai governi di tutto il mondo hanno significato, per molte donne già vittime di violenza domestica, un aggravamento del problema. Donne, spesso anche madri, che hanno dovuto affrontare una doppia paura e un doppio nemico: il Covid 19 fuori e il proprio compagno/marito dentro casa. Una triste realtà che grida vendetta in un paese civile. La quarantena forzata ha costretto decine di milioni di persone a rinchiudersi in casa per settimane ha causato un aumento degli abusi sulle persone più vulnerabili, compresi i minori. Lo stress della quarantena, l’incertezza di aver perso il lavoro e la vicinanza giorno e notte con gli aggressori hanno scatenato decine di richieste di aiuto.
Il progetto è rivolto a tutte le donne che subiscono violenza di genere con particolare attenzione ai casi di maggiore vulnerabilità. Ad esempio, coloro che non hanno i mezzi e le risorse economiche, che non hanno un lavoro, che subiscono violenza economica, alle minori abusate che devono allontanarsi dalla famiglia. Tra i casi di maggiore vulnerabilità rientrano anche le donne straniere; lo scopo di questo aiuto è infatti che la vittima raggiunga una vita indipendente, e spesso per le donne migranti è più difficile allontanarsi all’abusante.
Alle iniziative progettuali potranno accedere oltre alle donne ospiti delle strutture gestite dei partner e alle utenti del Centro Antiviolenza e della Casa Rifugio, anche tutte le donne vittime di violenza che sono state prese in carico dai Servizi Sociali territoriali della Calabria, dalle Questure, dai Consultori, ecc.
Tutti enti che costituiranno dei partner attivi della rete che verrà creata all’interno della presente iniziativa.

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